WhatsApp e l’aggiornamento sulla privacy [2021]

WhatsApp e l’aggiornamento sulla privacy posticipato [2021]

Come già accennato nella Guida al GDPR, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, i dati personali sono informazioni relative a una persona identificata o identificabile. Sono dati che, se raccolti insieme, possono portare alla sua identificazione. Alcuni esempi includono dati identificativi (come il proprio nome) e i dati web (come indirizzi IP).

Pertanto oggi analizzeremo un tema tanto attuale quanto importante in merito all’utilizzo dei dati personali da parte delle applicazioni: ovvero, le novità introdotte nella policy di WhatsApp per il 2021.

Il servizio di messaggistica ha, infatti, deciso di cambiare le proprie condizioni facendo preoccupare anche il Garante della privacy italiano che ha annunciato di aver portato all’attenzione dell’Edpb, il Board che riunisce le Autorità privacy europee, il messaggio con il quale WhatsApp ha annunciato i suoi futuri aggiornamenti.

Il Garante ha ritenuto il messaggio inviato dal servizio di messaggistica agli utenti poco chiaro e perciò non idoneo a consentire la manifestazione di una volontà libera e consapevole. Lo stesso vale per i termini di servizio e privacy policy. 

La nuova informativa privacy di WhatsApp

Ma vediamo attentamente ciò che comprende la nuova informativa privacy di WhatsApp e perché ha fatto preoccupare diverse persone.

Gli aggiornamenti principali fatti ai termini di servizio approfondiscono i diversi modi in cui vengono trattati i dati e come le aziende che si servono di Whatsapp Business possono usare i servizi di Facebook per la gestione delle chat. 

Il testo non risulta essere chiaro in particolare riguardo alla condivisione dei dati con altre società del gruppo e alla stessa informativa sul trattamento che verrà fatto dei loro dati personali. In altre parole, le attività potrebbero sfruttare le conversazioni avute con gli utenti a scopi commerciali.

La novità principale è perciò relativa alle aziende che usano il software di Whatsapp per comunicare con i clienti e che hanno accesso alle conversazioni per finalità di marketing oppure a quelle che vendono su Facebook Shops e possono farsi contattare tramite l’applicazione. 

Questo è il settore a cui prestare attenzione perché l’intenzione dei titolari di Facebook e Whatsapp sembra quella di farci usare sempre di più la sua famiglia di app per acquisti e pagamenti.

Attualmente Facebook, che ha comprato Whatsapp nel 2014, conosce: 

  • l’indirizzo email con cui gli utenti si registrano all’applicazione;
  • i numeri di telefono utilizzati dall’utente;
  • la frequenza di apertura dell’app;
  • le informazioni sul dispositivo da cui viene utilizzata l’app come la risoluzione dello schermo del dispositivo, la posizione stimata dalla connessione internet (non quella GPS) e altri dettagli simili legati al cellulare.

Utilizza così queste informazioni per assicurarsi che WhatsApp funzioni correttamente e per aiutare gli sponsor a mostrare un annuncio su Facebook. Tuttavia, non può usare queste informazioni per l’invio di pubblicità. 

Infine, né in Europa né nel resto del mondo, Facebook o Whatsapp hanno accesso al contenuto di messaggi o chiamate perché è crittografato.

Cosa cambia per l’Europa

In Italia e nel resto d’Europa, dove dal 2018 è in vigore il regolamento per la privacy GDPR, che fra le altre cose impone la trasparenza auspicata dal nostro Garante, i cambiamenti sono minimi in quanto non ci sarà alcuna modifica alla modalità di condivisione dei dati WhatsApp con Facebook

In altre parole, passare ad altre piattaforme di messaggistica risulta essere superfluo in quanto Facebook continuerà a vedere i dati citati in precedenza per garantire protezione, sicurezza ed integrità sulla base del legittimo interesse e non per scopi di profilazione e pubblicitari, ovvero per l’invio di contenuti targettizzati. 

La scadenza era fissata all’8 febbraio, ma WhatsApp ha deciso di posticiparla di tre mesi per dare più tempo alle persone di capire le novità e fare chiarezza sulle informazioni inesatte. 

Pertanto, dal 15 maggio per continuare a usare l’applicazione bisognerà accettare le nuove condizioni e in questi mesi il testo potrà essere analizzato attentamente da ognuno alla luce della disciplina in materia di privacy. 

Sino al 15 maggio, l’obiettivo di WhatsApp sarà quello di continuare a impegnarsi per fare chiarezza sulle informazioni errate riguardanti la sicurezza e la privacy, eliminando qualsiasi tipologia di disinformazione.

Avv. Ignazio Ballai

Avv. Ignazio Ballai

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